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03 febbraio 2013

Conflitto in casa Cannabis: sativa o indica?


Dopo anni di lotta per la liberalizzazione, i discendenti dei figli dei fiori si sono finalmente accorti che sarebbe meglio coltivare la più ecosostenibile Cannabis “sativa”? È forse giunto per loro il momento della redenzione e di convertirsi alla produzione di mattoni, carta e cosmetici derivati dalla canapa? Oppure quei cespugli di “indica”, meglio conosciuta come Cannabis indiana, ganja o marijuana, continuano a produrre il loro fascino inebriante? Lo scopriremo ricostruendo la saga familiare della Cannabis: una storia di incestuosi ibridi, un viaggio ai confini della legalità, un appassionante duello all’ultimo spinello.

La famiglia della Cannabis è costituita da tre cugine ereditiere: Indica, la più euforica delle tre, Sativa, la tutto fare della casa, e Ruderalis, riguardo alla quale le malelingue dicono sia frutto di un amore incestuoso e illegittimo (manterrò il riserbo e non tratterò di lei in questa occasione).

Dopo secoli di gloria come produttori di carta, stoffa, olio e farina, i diretti discendenti di Sativa iniziarono un lento e incessante declino con l’arrivo di altri concorrenti sul mercato come Cotone, Juta e la multinazionale delle Fibre sintetiche. Dopo la prima guerra mondiale, Sativa cadde definitivamente in disgrazia. Negli stati Uniti, tutta la parentela fu dichiarata fuori legge nel 1937 (in Italia nel 1977) e, così, i vari ceppi della famiglia andarono in esilio chi in Cina e chi nei vari Paesi dell’Est Europa e a Sativa non rimase che sfogliare nostalgicamente l’album dei ricordi: le prime pagine di giornale conquistate per aver prodotto la carta su cui furono stampate la Bibbia di Gutenberg e la Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti, quegli scampoli di tela utilizzati per le vele delle navi dei Fenici e delle caravelle di Colombo… che tempi!


Finalmente, nel 1997, si apre uno spiraglio di luce: in Italia viene emanata una prima circolare che ne permette di nuovo la coltivazione in via sperimentale e Sativa si prepara per il grande ritorno. Nel frattempo, però, la più scaltra Indica aveva iniziato a farsi conoscere in tutto il mondo per le sue qualità: disinibita, divertente, imprevedibile. Divenne presto una donna ricca, desiderata e, soprattutto, pericolosa, tanto da essere ricercata in quasi tutto il mondo. Ma questo non sembrò scalfire la sua popolarità, anzi, continuò a fare proseliti.

Inizia così in conflitto in casa Cannabis. Chi vincerà lo scontro per il dominio del mondo, l’ecosostenibile Sativa o la psicotropa Indica? Chiedo a voi, cultori della filosofia ecochic, di fare la vostra nomination. Scegliete quale delle due varietà pensate riuscirà a detronizzare l’altra.


Tenete conto che con la corteccia della Sativa si possono produrre carta, fibre tessili, concimi; dalle foglie e dai fiori si ricavano medicinali e prodotti cosmetici; dai semi si estraggono sostanze per l’alimentazione umana e olio combustibile. Insomma, la Sativa è un po’ come il maiale, si utilizzano tutte le sue parti. Della Indica si utilizzano, invece, la resina e i fiori per ottenere hashish e marijuana, il resto di solito viene buttato.

La Sativa è un arbusto che cresce rapidamente, ha bisogno di poca acqua e difficilmente è attaccata da parassiti. L’Indica è una piantina più bassa e, dal momento che coltivare Cannabis per la produzione di droga è illegale, chi decide comunque di farlo deve vedersela con una piantagione domestica, fare attenzione a luce, umidità, areazione e Forze dell’ordine.

Un’abitazione costruita con materiali derivati dalla canapa è resistente alle muffe, agli insetti, al fuoco e gode di un buon isolamento termo-acustico. Un essere umano trattato con marijuana… ehm, è allegro?

La canapa è “carbon negative”, cioè riduce le emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera. Lo spinello è “drug positive” e la combustione crea inevitabilmente emissioni.


NOTA BENE – Esistono molte varietà di Cannabis e di ibridi. In questo articolo, unicamente per semplicità di descrizione, ci si riferisce a “Sativa” per indicare la canapa utilizzata a fini agroindustriali e terapeutici e a “Indica” per le varietà da cui si ricavano droga e medicamenti.


5 commenti:

  1. Che cosa è più importante per voi, l’ecosostenibilità o la liberalizzazione delle droghe leggere?

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  2. Molto interessante questo articolo! Personalmente per me è più importante l'ecosostenibilità del pianeta, ma penso che l'Indica sia più usata.

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    1. è soprattutto ha più popolarità visto gli effetti ;)

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