Se dal basso del suo misero utilizzo, la carta igienica può
elevarsi alla purezza di una nuvola, ogni sfida, anche la più complicata,
diventa possibile. L’arte, spesso considerata superflua in quelle società
troppo attente a far quadrare dei conti che non tornano, dovrebbe, invece,
essere presa come esempio. Se si riponesse maggiore attenzione alla capacità
dei veri artisti di fare cose grandiose utilizzando dei materiali poveri, o
addirittura valorizzando degli scarti, probabilmente si riuscirebbe ad individuare
più facilmente la via d’uscita dal labirinto della crisi. Şakir Gökçebağ e Junior
Fritz Jacquet, i due artisti di cui si parla in questo articolo, sono riusciti
a vedere la bellezza nel rotolo di carta igienica: una dimostrazione di come
l’arte riesca a vedere oltre le irrigidite convenzioni.
Trans-Layers è la serie di installazioni che l’artista di
origini turche Şakir Gökçebağ ha realizzato utilizzando dei candidi rotoli di
carta igienica. Linee morbide che collegano i rocchetti tra loro e creano
affascinanti forme astratte, nitidi saliscendi di carta e sinuose curve sono le
caratteristiche di queste strutture che appaiono solide come fossero di gesso.
A volte utilizzati dai bambini per dipingere personaggi di fantasia o, più spesso, direttamente gettati via come rifiuto, i tubi di cartone della carta igienica possono diventare delle vere maschere se passano tra le mani di Junior Fritz Jacquet. La sua tecnica si ispira all’arte degli origami, ma i suoi lavori sono unici e originali. L’artista haitiano riesce a tirar fuori da ogni rotolo di cartone della carta igienica una vera e propria scultura; ciascuna maschera ha una sua espressione e non si può che rimane sbalorditi di fronte a tanta bravura.
In Europa, si stima che siano 22 miliardi i rotoli di carta igienica
consumati ogni anno, pari a 400-500 milioni di alberi abbattuti per ricavare la
cellulosa necessaria. La carta igienica, infatti, può essere prodotta da carta
riciclata, ma nella gran parte dei casi le aziende utilizzano legname vergine,
puro o unendolo a carta riciclata. Di solito la nostra priorità è scegliere la
carta più morbida, quella che si allontani il più possibile dal facsimile
“carta-vetrata”, quella che coccoli le nostre parti più sensibili; ed è un
nostro diritto sacrosanto scegliere il prodotto migliore sul mercato. Se, però,
fossimo messi al corrente che, per ogni pacco di rotoli superlunghi e
supersoffici, è stata utilizzata una determinata quantità di legname e se
fossimo consapevoli che ogni persona mediamente consuma 13 kg di carta igienica in un
anno, forse le nostre scelte al supermercato sarebbero diverse. Se qualcuno
spendesse un po’ di tempo a farci capire che la carta profumata, decorata e
colorata va a finire poi nell’ambiente assieme ai nostri “bisogni”, ma che questi
ultimi, a differenza dei coloranti artificiali, sono organici e quindi
biodegradabili, forse riusciremmo anche a cambiare le nostre priorità e a spingere
i produttori a mettere in commercio una carta igienica che, pur senza
rinunciare alla morbidezza, sia anche ecosostenibile.
SE SI RIESCE CREARE QUESTO EFFETTO CON LA CARTA IGIENICA VUOL DIRE PROPRIO CHE L'ARTE NON HA LIMITI!!! SE NON LO VEDESSI NON CI CREDEREI!
RispondiEliminaSì, ma soprattutto serve tanta fantasia!
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