Avete presente la pubblicità dei panni anti-polvere Swiffer? “Tu hai bellissimi capelli, lui ha bellissimi capelli…” – che sembra più una réclame per prodotti tricologici –, avete presente? Quello stesso ammasso di polvere, peli e capelli potrebbe diventare il vostro prossimo maglione.
Ah, non storcete il naso, perché l’ideona l’ha avuta una veterinaria brasiliana e, in fondo, non è poi così male come sembra a primo impatto.
Doris N. Carvalho, l’ideatrice della collezione di borse “Fur You by Doris” fatta interamente con peli di cane, ha riportato in luce un’antica tradizione eschimese e lappone. Queste civiltà filavano i peli dei loro cani da slitta per fabbricare tessuti caldi per ripararsi dal freddo dell’artico. La Carvalho ha reinterpretato questa tradizione in chiave moderna realizzando delle borse con peli di cane.

I peli sono raccolti in modo naturale, ed è bene sottolinearlo, soprattutto dopo aver visto, in un recente servizio di Report, come vengono trattate le oche per ricavare le piume dei nostri giubbotti. Dopo una semplice spazzolatura o tosatura dei nostri amici a quattro zampe, tutto il pelame raccolto viene accuratamente lavato, sterilizzato e poi filato.
D’altronde, la lana che indossiamo altro non è che un ammasso di peli di pecora. Peggio è pensare che a volte ai piedi indossiamo mucche o coccodrilli scuoiati, ma l’abitudine rende anche le cose più orribili come normali e indispensabili. Abituarsi a guardare il mondo da un altro punto di vista, invece, può farci riscoprire quanto abbiamo lasciato ignorato finora.


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